Di fronte ai casi di violenza che si susseguono tra le notizie di cronaca, sorge la riflessione e la ricerca di una spiegazione esauriente.
Quali risposte davanti ad episodi di violenza feroce come quelli che hanno coinvolto l’attenzione pubblica negli utlimi giorni?
Dal ragazzo che aggredisce la sua insegnante in classe fino all’uomo che uccide la sua compagna incinta di 7 mesi dopo aver condotto una doppia vita nel tradimento. Le notizie di femminicidi, violenza e brutalità sono all’ordine del giorno.
C’è da chiedersi se questa se “viviamo in un’epoca maledetta”, è questa la domanda che si pone il Reggente nazionale di Alleanza Cattolica.
Marco Invernizzi fa una riflessione che parte proprio dall’analisi di queste azioni criminali interrogandosi se davvero il momento storico che stiamo attraversando sia da considerare come dominato dal male.
Ci sono sempre, certo, motivi scatenanti che smuovono la rabbia e i progetti violenti di chi li commette, ma su quale sostrato si fonda tutto questo?
Cosa c’è alla base del comportamento, cosa guida le nostre azioni? Nell’osservare e prendere atto di questi episodi scatta subito l’indignazione generale, sono eventi che atterriscono e le riflessioni sono spesso orientate a cercare possibili soluzioni pratiche che possano contenere questi fenomeni.
Si parla di inasprire le pene per i reati di femminicidio, ma la riflessione non si pone mai verso l’analisi delle cause che stanno alla base di certi comportamenti.
Il Censis ha definito l’italiano come “triste e rancoroso” e addirittura come un “coriandolo disperato”, definizioni che colpiscono e che tracciano un quadro della situazione generale della società.
La disperazione serpeggia anche solo a livello sotterraneo manifestandosi in frustrazioni e insoddisfazioni, sfiducia e mancanza di slancio vitale di cui l’inverno demografico che l’Italia sta vivendo ne è una forte espressione.
I valori cristiani che hanno fondato l’Occidente e che hanno portato al riconoscimento della dignità umana e femminile, la chiara definizione e ferma distinzione tra bene e male che invece il relativismo ha stravolto, sono occultati e disprezzati.
Valori come la fedeltà nelle relazioni, l‘indissolubilità del matrimonio, l’importanza della purezza, così come riconoscere la vita concepita nella sua realtà ontologica, non sono peraltro solo appannaggio dei credenti in Cristo, ma riguardano l’uomo e le sue leggi naturali.
Derisi e disprezzati, e talvolta occultati dagli stessi cattolici per timore o soggezione ad una mentalità opposta e dominante, costituiscono il modello alternativo da proporre.
Solo un cambio di rotta e una rimessa al centro di valori che portano al vero bene per l’uomo e per la società possono porsi come la soluzione tanto cercata da varie parti.
Non sono i valori in senso astratto a poter entrare nel cuore dell’uomo, ma chi crede sa che è la persona di Gesù e il rapporto di fede, fiducia e amore in lui che cambia e genera vita.
L’annuncio evangelico si mostra estremamente necessario. È fondamentale che ci sia una proposta diversa da quella portatrice di dolore e morte che come valore principale ha un’individualismo sfrenato che sfocia in egotismo con tutte le manifestazioni criminali che genera.
Missione di ogni cristiano da sempre, portare l’annuncio del Vangelo nella società attuale è un bisogno particolarmente stringente ed è accompagnata da una speranza, “la speranza che non delude” di paolina memoria.