La Monaca di Monza da sempre rappresenta il vero sacro e profano: la voglia di libertà di Marianna de Leya che ha dovuto soffocare la sua vera inclinazione tra le mura del convento.
Il libro le dedica molte pagine, una protagonista che suscita clamore e scalpore: la Monaca di Monza. Il personaggio storico e letterario del romanzo “I Promessi Sposi” scritto da Alessandro Manzoni nel XIX secolo. Nella stesura, la è una giovane nobildonna di nome Virginia, che viene costretta ad entrare nel convento di Monza contro la sua volontà.
La sua famiglia le vuole evitare uno scandalo, nel convento, la Monaca di Monza vive una vita di clausura e sofferenza. Soffre di solitudine, depressione e desiderio di libertà. Viene descritta come una figura tormentata, vittima delle convenzioni sociali e religiose dell’epoca.
La storia della suora più famosa nel romanzo di Manzoni ha ispirato numerosi adattamenti teatrali, cinematografici e televisivi, contribuendo alla sua fama e al suo status di personaggio iconico della letteratura italiana. Marianna de Leyva, il suo vero nome, è una figura storica che visse nel XVI secolo.
La Monaca di Monza tra sofferenze e ricordi del passato; una figura ambigua
Si presume sia nata intorno al 1575 in base alle informazioni tratte dal suo interrogatorio durante il processo ecclesiastico nel 1607. Nel 1588, suo padre, Martino, si risposa con una nobildonna di Valencia, dalla quale ha figli maschi e due figlie femmine che però morirono in giovane età.
Questo matrimonio porta il padre lontano da Marianna, ma le lascia una dote di 6000 £ imperiali per il suo ingresso nel monastero delle monache benedettine di Santa Margherita a Monza. Inizia il suo noviziato sotto l’autorità dell’arcivescovo Federico Borromeo
Nel 1597, Marianna incontra Giovanni Paolo Osio, un giovane della ricca famiglia monzese degli Osio. Il loro incontro avviene vicino al monastero di Santa Margherita, più tardi diventeranno amanti e rimarrà incinta del primo figlio che perirà.
Una consorella era venuta a conoscenza di tutto e voleva riferire ai superiori. Scattò il primo delitto per opera di Osio, il primo di una lunga serie. Successivamente suor Virginia confesserà tutto e il suo amante sarà condannato a morte. Lei stessa morirà in un grande dolore a Milano.
La sua storia rappresenta una critica nei confronti delle istituzioni religiose e sociali dell’epoca, che limitavano la libertà e la felicità delle donne. La Monaca di Monza diventa un simbolo delle ingiustizie e delle sofferenze causate da un sistema oppressivo.