Il sacrificio di Benedetto XVI: la vittoria nella partita storica per salvare la Chiesa cattolica, difendere l’assemblea e scacciare gli empi dal tempio.
E’ spettacolare la rivelazione dell’ingegnere Andrea Latorre, sul parallelismo che ha operato mettendo a confronto il sacrificio di Benedetto XVI con le mosse che si giocano a scacchi. Il gioco del prelato tedesco si evince da mosse d’autore.
Il Papa emerito ha intrapreso una sfida epocale utilizzando un piano anti-usurpazione che può essere spiegato in termini scacchistici. Attraverso la sua dichiarazione del 11 febbraio 2013, Ratzinger, ha intenzionalmente indotto i suoi nemici a privarlo dell’esercizio pratico dell’ufficio petrino, noto come “ministerium“.
Nel contempo, ha conservato il titolo di Papa, il “munus“, che rappresenta l’essenza del Vicariato di Cristo. In questo modo, Benedetto XVI si è “arroccato”, proteggendo il Papato come un re protegge il proprio essere sullo scacchiere, e allo stesso tempo si è ritirato fisicamente nel monastero Mater Ecclesiae, simboleggiando una posizione di difesa.
Un artefatto geniale, apocalittico la rinuncia del Papa Benedetto al “ministerium” che può essere paragonato a un sacrificio scacchistico. Nel gioco, il sacrificio, è quando un giocatore rinuncia a una parte importante del proprio materiale (nel caso specifico, il “ministerium”) in cambio di un vantaggio strategico o posizionale.
La decisione di accettare o meno il sacrificio dipende dal giocatore avversario. Papa Benedetto, tramite la sua astuta strategia, ha messo i suoi nemici in una posizione di Zugzwang, dove non avevano più mosse valide disponibili. In risposta, i cardinali hanno compiuto una mossa illegale convocando un conclave illegittimo, nonostante Benedetto fosse ancora in vita e non avesse abdicato ufficialmente.
Ratzinger si è rivelato come un geniale scacchista che, mantenendo il munus (il titolo papale), ha vinto la sua partita storica. Si sostiene anche che abbia separato le linee di successione e salvato la Chiesa cattolica sul piano spirituale. L’allusione al film “Il settimo sigillo” suggerisce che Benedetto abbia trionfato nella sua partita a scacchi con la morte, assumendo un ruolo simile al Cavaliere del film di Bergman.
Al momento è più semplice comprendere e accettare il comportamento di coloro che attaccano Papa Bergoglio senza riconoscerlo come legittimo Papa, poiché questa visione è in linea con il piano attuato da Papa Benedetto e con il ruolo provvidenziale dello Spirito Santo.