Dagli scritti del teologo Efrem il Siro emerge una metafora della fede che oltrepassa i secoli e arriva a noi sempre viva e pregna di verità.
Dottore della Chiesa vissuto nel IV secolo è molto venerato nella Chiesa ortodossa. Ha scritto numerosi inni e poesie, ma anche omelie e commentari biblici.
Efrem il Siro è una figura di grande rilievo per la profondità della ricerca teologica e spirituale che ha sviluppato. È stato un diacono umile e un poeta della fede, che seguì il Concilio di Nicea del 325 e la sua memoria liturgica ricorrre il 9 giugno.
La Chiesa orientale ha da sempre dato ampio spazio ai suoi testi e sono stati anche inseriti nella liturgia. Un ruolo di grande pregio tanto da esser definito “cetra dello Spirito Santo”.
Le sue opere teologiche con specifico riferimento al tema della fede sono considerati scritti di teologia pratica in quanto sono stati composti con l’obiettivo dell’edificazione della Chiesa in un periodo in cui vigeva una grande confusione ed incertezza.
Era un raffinato conoscitore delle Sacre Scritture e unì l’aspetto mistico ad un lirismo vibrante che permette di inoltrarsi nel mistero di Dio con uno slancio profondo.
Con una spiccata devozione mariana non sono pochi i canti poetici che ha dedicato alla Madre di Dio. Ma sono alcuni suoi versi sulla fede che risuonano sempre attuali e intramontabili.
Nelle tempeste della vita c’è solo un’ancora di salvezza
Parla di fede, Efrem, e paragona la vita ad un mare grande e sconfinato. In queste acque, in cui spesso si viene travolti da un moto ondoso violento, ci sorre il rischio di essere sbattuti verso gli scogli.
Le difficoltà, dolori e sofferenze sono quelle onde impetuose da affrontare. Così come serve una nave per navigare e attraversare le correnti, Sant’Efrem il Siro afferma con forza che “la fede è meglio che una nave sul mare”.
Se al nave può affondare “la tua fede non affonda mai, se la tua volontà non lo vuole” dice il santo diacono. Mette in guardia anche dal voler comprendere troppo, oltre le umane possibilità.
Perdersi in sofisticazioni può essere pericoloso perché ci si chiude in pensieri razionalistici che hanno l’effetto di portare fuori strada.
Sempre usando la metafora del mare e delle onde chiarisce che “investigare è più amaro del mare, e il questionare è più tempestoso delle onde”.