Indumenti religiosi a scuola: scatta la polemica in Francia a causa dell’abaya. I particolari di quanto sta accadendo
Sono settimane molto concitate in Francia, dove sulle copertine dei giornali si parla di attacco alla laicità. Il focus del dibattito sta in particolar modo negli indumenti religiosi che vengono indossati nelle scuole del paese che si sta battendo oltremodo contro il velo islamico. In modo particolare oggi parleremo dell’abaya – ossia una particolare tunica mussulmana che copre l’intero corpo delle donne.
Si è espressa in tal proposito anche la vicepreside del liceo Voltaire di Parigi: la donna ha argomentato non solo circa l’utilizzo del particolari abito che spesso viene presentato come un fatto culturale piuttosto che inerente alla religione. Inoltre ha voluto sottolineare che spesso e volentieri ci sono stati molti rimproveri sulle ragazze che entrano in classe con la pancia scoperta.
Cos’è l’abaya?
Facciamo chiarezza su questo particolare abito: si tratta di un indumento tradizionale che viene indossato dalle donne musulmane. In particolare mi riferisco ad una lunga veste di colore nero, molto ampia e di tessuto morbido che deve ricoprire l’intero corpo della donna. Fatta eccezione del viso, delle mani e dei piedi. Inoltre, la donna deve indossare anche l’hijab che sarebbe il velo che copre il capo.
Si sceglie di indossare l’abaya per rispettare il credo religioso dell’Islam: secondo i precetti della religione viene richiesto le donne di coprire interamente il proprio corpo quando si è in pubblico in presenza di altri uomini estranei alla famiglia. Questo perché la donna deve necessariamente preservare la sua moralità e la sua purezza.
La situazione in Francia: polemica per l’abaya
Come precedentemente menzionato sono state molteplici le polemiche negli istituti scolastici francesi: sono state mosse anche accuse di razzismo nei confronti di alcune ragazze islamiche. In modo particolare è salito alla ribalta il caso di una professoressa che è stata costretta a girare nei corridoi con la scorta, perché aveva pesantemente criticato una sua studentessa che indossava in classe l’abaya e di conseguenza il suo credo religioso.