Barbiana, la scuola fondata da don Milani, era tutto tranne quello che si spettegolava. Martinelli, ex studente, esterna il suo punto di vista.
Don Milani è considerato una figura importante nell’ambito dell’educazione e dell’impegno sociale. La scuola di Barbiana aveva una realtà complessa ed è diventata famosa per il suo approccio innovativo all’istruzione e per l’attenzione speciale riservata agli studenti svantaggiati.
Il prelato, e i suoi studenti, hanno lavorato insieme per creare un ambiente educativo a promuovere l’uguaglianza di opportunità. Edoardo Martinelli, un educatore che attualmente promuove il metodo della “scrittura collettiva” utilizzato per scrivere “Lettera a una Professoressa”, ha vissuto come studente gli ultimi anni della scuola di Barbiana.
Non è d’accordo con la descrizione di Barbiana come un posto che si accontenta, abbassa gli standard e alla fine danneggia la cultura. La sua esperienza personale come studente, tra i 14 e i 17 anni, racconta una storia diversa.
Barbiana, scuola creata da don Milani, realtà con mille retroscena. Martinelle ne dà la prova
Secondo Martinelli, l’equivoco nasce dal fatto che coloro che volevano difendere i valori di Barbiana, spesso lo hanno descritto senza considerare l’evoluzione che il contesto sociale e la scuola hanno subito nei suoi 13 anni di esistenza.
Quando Martinelli era a Barbiana, non erano più bambini. Ha scelto di rimanere lì, ha accompagnato don Milani fino alla sua morte ed era un diciassettenne che aveva trascorso tre anni nella scuola. Non si riconosce nella narrazione che riduce tutto al 1954, quando don Milani è arrivato e non c’erano strade, elettricità, gas o acqua corrente.
Non è d’accordo neanche con la frase “Barbiana è come l’Africa” perché molte cose erano cambiate. Viene criticato per aver ridotto l’ambito della sua scuola alla cultura contadina. Al dirigente scolastico Zangrilli di Vicchio che gli chiede di spiegare il “miracolo di Barbiana”, don Milani risponde:
“Lo devo alla cultura contadina”, che era modesta e non permissiva. Martinelli dichiara che gli è stato raccontato da Quintilio che quando don Milani è arrivato, pioveva in inverno. Un uomo della sua intelligenza ha subito capito che il problema di Barbiana era la comunicazione, la distanza e l’isolamento in cima a una montagna.
Quella stessa sera ha istituito una scuola, ma inizialmente per ottenere la patente del ciclomotore. Se ci si pensa, era una grande strategia pedagogica. Non potevi attrarre un contadino nella prima serata offrendogli Dante; dovevi iniziare con qualcosa di cui avevano bisogno.