È allerta per il vulcano Marsili che potrebbe provare danni enormi e portare distruzione nelle zone confinanti.
Si tratta di un vulcano di grandi dimensioni, è considerato il più esteso di tutta l’Europa: è il vulcano Marsili che si trova nel Tirreno meridionale.
Situato esattamente a 140 Km a Nord della Sicilia e a 150 Km a ovest della Calabria ha dimensioni davvero imponenti: la sua lunghezza è di 70 Km, la larghezza di 30 Km e un’altezza di 3000 metri se misurato a partire dal fondale.
Il Marsili è un vulcano sottomarino e si trova ancora sotto il livello del mare per 450 metri. Il pericolo è che possa eruttare.
In tal caso potrebbe provocare dei danni davvero incalcolabili. L’allerta è già scattata, anche perché si tratta di un vulcano attivo.
I geologi sono in allarme perché la sua posizione insieme alle grandi dimensioni sono fattori che in combinazione potrebbero causare distruzione e un numero di morti inimmaginabile.
Le zone coinvolte sarebbero certamente la Sicilia e la Calabria, ma il pericolo potrebbe interessare anche la Campania.
L’Istituto nazionale di geofisica sta continuamente monitorando la sua attività. Si tratta di un’attività silenziosa ma costante.
Questo gigantesco vulcano sottomarino proprio per la vicinanza tra Sicilia e Calabria potrebbe scatenare uno tsunami di enormi proporzioni.
Generalmente si verificano scosse di terremoto prodotte dal vulcano Marsili, ma di lieve entità. Dal 2010 il CNR monitora l’attività vulcanica attraverso uan nave oceanografica che fornisce una valutazione del grado di instabilità e di pericolosità del vulcano.
Pur essendo a 450 metri sotto il livello del mare una sua possibile eruzione potrebbe far emergere la lava fino a farla emergere dalle acque.
Si potrebbe creare una nuova isola vulcanica. Le eruzioni potrebbero essere esplosive ed effusive. Si colloca in un’area in cui è presente una catena di 15 vulcani sottomarini di piccole dimensioni che si trovano attivi da un periodo di tempo davvero molto esteso, si considerano tar i 300.000 e gli 800.000 anni.
Tra circa 5.000 e 3.000 anni fa il Marsili sembra aver fatto la prima eruzione e anche se poi è adesso è in una fase di quiescienza può sempre comunque eruttare.
Si studiano le modifiche della struttura morfologica per valutare eventuali elementi che possano ricondurre ad un rischio per la nostra epoca.
Non è stata fatta una valutazione complessiva, ma dai dati rilevati alcuni ricercatori, come quelli dell’INGV e dell’IAMC sono più positivi.
Se da una parte c’è chi afferma che la presenza di questo vulcano rappresenta un costante pericolo per le popolazioni limitrofe, altri vedono l’idea di un ipotetico tsunami come un’ipotesi irrealistica.
Non c’è unanimità al riguardo, ma sono maggiori i vulcanologi che non avendo trovato tracce di tsunami ad opera del Marsili nella loro ricostruzione propendono per un atteggiamento di tranquillità.
C’è da dire che sul fronte dell’ambiente un pericolo per più concreto è certamente rappresentato dai cambiamenti climatici con i conseguenti danni a catena tra i vari settori della vita in primis economica tra cui soprattutto l’agricoltura.