Dagli studi degli archeologi la scoperta del vero aspetto del Santo Sepolcro prima dell’avvento dell’imperatore Costantino.
Già dal marzo dello scorso anno un team di esperti composto da archeologi, restauratori e ricercatori sono a lavoro all’interno della basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Le scoperte che hanno fatto gli studiosi sono davvero molto interessanti. I lavoro continuano ancora incessanti, non si fermano neaqnche di notte e e gli scavi sono monitorati con varie fasi.
Precedentemente, nel 2016 e nel 2017 era stata restaurata l’Edicola. I lavori sono stati compiuti dalla professoressa Antonia Moropoulou dell’Università di Atene.
Attualmente, dopo un blocco causato dalla pandemia, le operazioni sono riprese e si sta procedendo a ripristinare le lastre pavimentali dell’Anastasis.
A questo stanno lavorando gli esperti del Centro di Conservazione e restauro “La Venaria Reale” di Torino. Le fasi che ha attraversato la costruzione della basilica fin dall’epoca costantiniana sono oggetto di studio e rivelano uno scenario inedito.
Lo scorso 27 giugno si sono conclusi i lavori nell’area adiacente all’Edicola e pochi giorni dopo sono state comunicate ufficialmente le scoperte fatte.
Sono emerse novità importanti, mai rilevate prima. È stata rinvenuta l’articolazione paleocristiana in cui era sistemata l’Edicola. Questo fornisce informazioni e dettagli di rilievo.
Le scoperte mai fatte prima: com’era il Santo Sepolcro in origine
Si è potuto comprendere l’effettiva monumentalizzazione del Santo Sepolcro nel periodo che precede l’era di Costantino.
Il cosiddetto complesso della Rotonda risulta essere un’edificazione successiva databile alla fine del IV secolo, così come risulta anche dalle descrizioni della pellegrina Egeria, ritenuta una fonte attendibile.
Al di sotto del pavimento è stato rinvenuto un “tesoretto” di monete che fornisce una datazione certa. La moneta più recente ha come data il 378 d. C. e si sa che questo genere di tesori da disporre dentro i muri o sotto i pavimenti erano un gesto fatto con il significato del buon auspicio.
I ritrovamenti sono stati numerosi e necessitano perciò di un grande lavoro di studio e di approfondimento che è solo all’inizio.
L’Edicola appare per certo in una sistemazione paleocristiana, anche per i due gradini in marmo bianco con i quali si accedeva.
Davanti ad essa c’era una pavimentazione che si estendeva per circa 6 metri a est per andare a congiungersi con dei grandi blocchi di marmo bianco.
Sono pochi invece i ritrovamenti relativi alle vestigia degli dei pagani che prima dell’arrivo di Costantino e della madre Elena che aveva dato un forte impulso di cristianizzazione, erano presenti attorno alla basilica.
L’imperatore Adriano infatti aveva fatto erigere un tempio in onore di Giove e Venere, ma di questo sono state trovate solo pochissime tracce.
Si è poi scoperto, attraverso lo studio dei paleobotanici, che hanno analizzato pollini e materiale vegetale, che in quella zona, usata già precedentemente come luogo di sepoltura, erano presenti anche coltivazioni di olivo.
Ad altri ritrovamenti che però appartengono ad epoche successive fino ad arrivare al Medioevo si affianca l’importante ritrovamento di una camera funeraria usata come per la frequentazione dei pellegrini già nell’epoca paelocristiana.
Questo rappresenta una prova che la tomba luogo dell’evento più sconvolgente, per i cristiani, la Resurrezione, era stata isolata, poi monumentalizzata e resa oggetto della venerazione dei fedeli. Gli studi archeologici vanno a confermare quindi un dato che era stato acquisito finora solo per Tradizione.
Altri lavori sul Santo Sepolcro sono stati compiuti dai ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e si sono recentemente conclusi, anche quelli con scoperte molto interessanti.