Conosciuto come il Santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Battista Vianney è la figura del buon pastore che ama il gregge che gli è stato affidato.
La sua memoria liturgica è il 4 agosto, San Giovanni Maria Battista Vianney è un parroco di un piccolo villaggio di campagna e trascorre la sua vita santamente svolgendo il suo ruolo nella semplicità.
Di famiglia contadina, Giovanni Maria Vianney nasce a Dardilly nei pressi di Lione l’8 maggio 1786. Gli viene data una formazione culturale molto elementare. Già all’età di 7 anni deve aiutare i fratelli a lavorare nei campi e non ha modo di studiare.
Vive in un’atmosfera molto religiosa e quando più grande vuole diventare sacerdote deve attraversare molti ostacoli proprio nello studio, come ad esempio nell’apprendimento del latino.
Una volta diventato presbitero è prima vicario a Ecully, poi successivamente è mandato ad Ars-en-Dombes dove svolge il ministero di parroco per tutto il resto della vita, per oltre 40 anni.
Ars-en-Dombes era un piccolo borgo di campagna di appena 300 abitanti. Lì, trovando la parrocchia completamente corrotta e deviata dalla sana dottrina trascorse la vita ad evangelizzare, amministrare i sacramenti, generando tante conversioni e un avvicinamento alla fede semplice e forte.
Le sue giornate erano improntate dalle attività di pastore di anime, tutto all’insegna di una grande essenzialità e umiltà.
Il curato d’Ars con la sua umiltà conquista tutti
L’umiltà era una caratteristica preponderante nella sua personalità. Per tutta la vita il suo timore era di non essere abbastanza degno del compito che doveva svolgere.
Nelle sue giornate c’era la celebrazione della messa, molto tempo passato a confessare. Praticava uno stile di vita segnato dall’essenzialità, dormiva poco e si dice che dormisse sul pavimento dopo che aveva regalato il suo materasso ai poveri.
Mangiava poco, essenzialmente patate, farina ed erbe. Spesso praticava il digiuno e la preghiera per tenere lontano il demonio e chiedere grazie, che arrivano copiose.
La sua umiltà attirava molta gente. Tutti erano conquistati da questo semplice parroco di campagna e giungevano anche in pellegrinaggio per confessarsi da lui.
Non solo contadini, ma anche ricchi e nobili vanno da lui e fanno code di lunghe ore per la Confessione con lui. Con tutti usa parole semplici e dà conforto.
È duro solo quando si tratta del peccato di bestemmia. Si dice avesse il carisma dello scrutamento delle anime: conosceva quel che c’è nel cuore umano e lo svelava per il bene delle persone.
La sua devozione alla Beata Vergine Maria, alla preghiera del Rosario e all’Eucarestia erano molto forti.
Il martirologio romano ricorda che guidò la sua parrocchia “con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità , che egli attingeva dalla santa Eucarestia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio“.
Muore il 4 agosto 1859 e la sua tomba, ad Ars è ancora luogo di pellegrinaggio. Per aver svolto con fedeltà e santità il suo ministero sacerdotale è diventato patrono dei sacerdoti.