Papa Francesco in un’intervista ricorda l’amore di Dio per tutti e alla domanda sulle persone transessuali sottolinea che anche loro sono figlie di Dio.
Papa Francesco che in questo momento si trova a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù in corso fino al 6 agosto pochi giorni prima di partire ha rilasciato un’intervista per il giornale spagnolo Vida Nueva.
I temi trattati sono stati diversi, tra cui spicca la domanda che gli è stata posta riguardo la Chiesa e i transessuali. Il Pontefice ha fatto riferimento ad un incontro avuto in Vaticano con alcuni transessuali che erano andati in visita.
“La prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano, se ne sono andate piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio. Come se avessi fatto qualcosa di eccezionale per loro, ma sono figlie di Dio“, dichiara così Papa Francesco.
Come la Chiesa afferma da sempre, il Santo Padre ha voluto sottolineare così che l’amore di Dio è per ogni persona, al di là dei peccati di ognuno.
È passato poi ad affrontare altri temi che riguardano la Chiesa e il conflitto russo-ucraino per il quale ha avviato una campagna di pace affidata al card. Zuppi.
Niente Vaticano III, Zuppi a Pechino
Alla domanda se dovesse esserci un nuovo Concilio per porre riforme all’interno della Chiesa Papa Francesco ha affermato che non sono maturi i tempi per un Vaticano III.
Ha spiegato che “non è nemmeno necessario adesso, dal momento che non è nemmeno stato avviato il Vaticano II“.
Con la sua solita ironia ha fatto una battuta sulla sua elezione a Papa dicendo “sono stato vittima dello Spirito Santo“.
La sua attenzione si è focalizzata anche sulla questione dei seminari e ha affermato che “una pastorale ideologica di sinistra o di destra è inutile, è già malata dall’inizio e fa male ai giovani“. Ha detto che c’è bisogno di “seminaristi normali, con i loro problemi, che giocano a calcio, che non vanno nei quartieri a dogmatizzare“.
Il suo timore, come ha detto espressamente, è “chi chiama i giovani a riflettere e poi li riempie di idee strane“. Meglio usare con i giovani “il linguaggio delle mani, perché i giovani hanno il bisogno di fare le cose, il linguaggio delle gambe, che è camminare, non un laboratorio asettico“.
Il Pontefice ha poi proseguito sul tema della guerra sostenendo che la sua intenzione è di continuare con quella che ha definito un “offensiva di pace“, la missione che ha affidato al card. Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna.
Zuppi nei mesi scorsi ha incontrato il presidente ucraino e successivamente le autorità russe, per poi avere un incontro anche con il patriarca ortodosso Kirill e in seguito andare a Washington per un confronto in vista di ulteriori passi da compiere.
La prossima tappa che spetterà al cardinale sarà Pechino, ha annunciato il Papa, perché insieme con Washington “entrambe detengono anche la chiave per abbassare la tensione del conflitto“.
Ha rivelato anche le mete dei suoi prossimi viaggi che saranno in Kosovo e in Argentina e ha detto che non andrà in nessun Paese europeo in visita apostolica prima di finire con i Paesi piccoli.