Papa Francesco alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona parla ai giovani dell’amore di Dio che chiama tutti per nome.
È arrivato anche Papa Francesco a Lisbona per incontrare il milione di ragazzi che lo attendevano per vivere la Giornata Mondiale della Gioventù, dal 1 al 6 agosto.
Appena giunto nella grande spianata di Parque Eduardo VII, l’area di 25 ettari nel cuore della città portoghese, il Pontefice ha innanzitutto ricordato ai giovani, nel ringraziarli di essere lì, che sono stati chiamati a questa partecipazione.
Sono stati chiamati da vescovi, sacerdoti, catechisti e animatori, ma soprattutto sono stati chiamati da Gesù e per questo ha esortato a ringraziarlo con un grande applauso.
“Amici, non siete qui per caso!” ha ribadito. Prendere parte alla GMG è la risposta ad una chiamata che segna l’inizio di quello che può essere un punto di svolta per la propria vita.
Ma non solo. Papa Francesco ci tiene a specificare che i ragazzi sono stati “chiamati perché amati“. È l’amore di Dio infatti che muove tutto e che è il punto su cui riflettere e da sentire profondamente.
L’amore di Dio, che ci chiama per nome
L’amore del Signore, la preziosità di ognuno ai suoi occhi, è ciò a cui bisogna guardare, afferma, nonostante “quello che a volte vedono i nostri occhi, annebbiati dalle negatività e abbagliati da tante distrazioni“.
Dice che bisogna proprio fissare questo concetto nel cuore: siamo amati, tutti, sempre. Un Dio che infatti proprio perché ci ama ci chiama per nome.
Il Santo Padre riflette sul modo in cui oggi viene usato il nostro nome: “il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato” afferma.
Pensa a quanti “lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà“, a quanti sembrano amorevoli e fanno promesse illudendo di avere una considerazione dell’altro e poi abbandonano quando finisce l’interesse.
Gesù invece ama veramente, ha davvero fiducia in noi, ognuno è prezioso e importante al suo cuore. Papa Francesco ci tiene a sottolineare come la Chiesa è composta non dai migliori, ma semplicemente da persone chiamate, convocate, da quanti accolgono il dono di essere chiamati.
Ripropone l’immagine di una Chiesa accogliente, in cui c’è spazio per tutti, anche per chi sbaglia, per chi cade e per chi fa fatica.
Dice che il Signore non chiude la porta, ma invita ad entrare, accoglie e non tiene a distanza. Invita i giovani a chiedere il nome delle persone che incontrano e a portare l’annuncio che Dio ama, tutti.
Esorta a dire ai fratelli che è bello che esistano. Conclude dicendo che è importante farsi domande, interrogarsi e rimanere in una certa inquietudine che è “il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima“.
Anche il calciatore del Milan, il francese Olivier Giroud ha lanciato un bellissimo messaggio ai giovani in un video diventato virale, in cui testimonia il suo amore e la sua fede in Gesù.