Nel giorno della Trasfigurazione di Gesù in alcune zone d’Italia si festeggia San Salvatore, ovvero il Signore chiamato con questo titolo.
Il 6 agosto ricorre la memoria della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. In questo giorno, in alcune località del Sud Italia come in Campania è usanza festeggiare San Salvatore, cioè il Signore Gesù con il titolo che ricorda che ha salvato il mondo.
Anche la chiesa ortodossa usa ricordare il Salvatore contemporaneamente alla Trasfigurazione. Chiamato anche con il sinonimo di Redentore, Salvarore letteralmente vuol dire “colui che salva“.
Il termine viene dal greco Soter ripreso dall’ebraico e precisamente dal nome di Gesù, Yĕhošūa’. Salvatore è uno dei nomi maschili più diffusi nella tradizione cristiana in particolare al Sud.
Nella Campania risulta tra i 20 nomi più utilizzati. Sono molti anche i diminuitivi e i vezzeggiativi che derivano da questo nome e che sono e sono stati, soprattutto in passato, molto usati.
Sicuramente si tratta di un nome impegnativo, che rimandando ad un attributo di Gesù ha uno spiccato senso religioso e che anche dal punto di vista etimologico ha una connotazione estremamente positiva.
La Trasfigurazione del Signore
L’episodio della Trasfigurazione del Signore avvenuto sul monte Tabor è molto importante nella vita di Gesù tanto che gli viene dedicato un giorno apposito dal calendario liturgico.
Tra i tanti eventi della vita di Gesù prima della Passione è particolarmente significativo. Ne parlano i Vangeli sinottici: è presente in Matteo 17, 1-8; in Marco 9, 2- 8; e in Luca 9, 28-36.
Si legge testualmente: “Gesù prese con sè Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo che stava per compiersi a Gerusalemme“.
Gli evangelisti fanno notare anche la reazione dei discepoli davanti a tutto questo: “Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma quando si svegliarono videro al sua gloria e i due uomini che stavano con lui“.
La reazione di Pietro fa comprendere lo stupore e la meraviglia che provarono: “Pietro disse a Gesù: Signore è bello per noi stare qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè ed una per Elia“.
Ma l’evangelista commenta che “egli non sapeva quello che diceva“. Preso dalla bellezza della visione voleva parteciparne, rimanere lì, ma non era dato.
Mentre parlava così scese una nube che li coprì con la sua ombra. In quel momento subentrò in loro la paura. Ma dalla nube uscì una voce che diceva : “Questo è il mio figlio, l’eletto, ascoltatelo“. Era la voce di Dio Padre.
Gesù rimase solo e loro restarono in silenzio, evidentemente attoniti per quello che era accaduto. Qualcosa di una portata così grande, anche da essere compresa, che non riferirono a nessuno quello che avevano visto.