Don Luigi Ciotti è a Lisbona alla GMG e parla della situazione giovanile e della necessità di adulti credivili e veri.
La Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno si svolge a Lisbona ha preso il via l’1 agosto e si concluderà il 6. Don Luigi Ciotti è presente e ha incontrato i 65.000 ragazzi giunti da ogni parte d’Italia che vanno a sommarsi alle migliaia del resto del mondo.
Si prevedono grandi numeri: più di 1 milione saranno in tutto i giovani che parteciperanno all’intero programma della GMG.
Don Luigi Ciotti è il fondatore del Gruppo Abele e dell’associazione Libera e ha partecipato la prima sera alla Festa italiana che ha visto protagonisti anche personaggi dello spettacolo.
Conosce bene i ragazzi perché ogni anno va in molte scuole a portare la sua testimonianza e porta avanti progetti che coinvolgono i giovani.
Parla della situazione in cui vivono adolescenti e post-adolescenti oggi: una condizione alquanto preoccupante sotto vari aspetti.
Lo smarrimento in cui si trovano è grande. Spesso nasconde un grido d’aiuto che molti non sentono. Agli interrogativi propri delle fasi di crescita si aggiungono ulteriori domande che investono l’uomo del nostro tempo e sfide affettive sempre più forti.
La necessitò che hanno principalmente i giovani della nostra società è quella di essere ascoltati. Don Ciotti è chiaro: “Chiedono agli adulti che siano credibili e veri, chiedono il diritto di poter essere imperfetti e sono disponibili a giocare la partita della vita insieme a noi” afferma il sacerdote.
Questo accomuna tutti i ragazzi, quelli che partecipano alla GMG ma anche quelli che sono lontani dalla fede. Non bisgona impartire lezioni, afferma don Ciotti, ma aiutarli ad essere coraggiosi. Cresce l’ansia nei giovani e questa va combattuta.
Proporre la strada del Vangelo e senza timore affrontare anche i temi di attualità, la politica, è un modo di porsi. àI giovani sono in cerca di speranza ed è necessario che qualcuno gliela fornisca, incoraggiandoli e indirizzandoli.
La società del conusmismo e del profitto “sta espropriando la realtà dell’adolescenza” constata don Ciotti. Il diffuso tentativo di omologazione invece di preservare l’unicità di ognuno è un problema da contrastare perché ostacola anche la vita di relazione.
È importante guardare dentro le solitudini che attanagliano tanti giovani, alla schiavitù dai social e dalla tecnologia, strumenti che non vanno demonizzati, ma usati nel modo giusto.
Vede nella Giornata Mondiale della Gioventù un’ottima occasione per puntare l’attenzione in questa direzione. I ragazzi sono la speranza per il futuro: ce lo ricorda Papa Francesco anche in quest’occasione con l’auspicio che dia molti frutti.