Nella Lettera ai sacerdoti della diocesi di Roma Papa Francesco ribadisce alcuni temi che gli stanno a cuore e afferma la sua vicinanza.
Papa Francesco lancia un messaggio ai sacerdoti della sua diocesi, quella di Roma in una Lettera a loro indirizzata. Con parole calorose esprime ha voluto innanzitutto esprimere la sua gratitudine per il ministero che svolgono.
Si tratta di un servizio che a volte riceve pochi riconoscimenti, anche per questo il Pontefice ha voluto ringraziare i sacerdoti romani ed ha assicurato la sua vicinanza in ogni situazione.
“Vi sono vicino nelle gioie e nelle sofferenze, grazie del vostro servizio spesso non riconosciuto” ha scritto nella Lettera.
Dopo i ringraziamenti ha affrontato temi che gli sono molto cari e che ha affermato già varie volte in altre occasioni.
Ha fatto riferimento alle tentazioni di mondanità spirituale e di clericalismo, in cui ha ribadito, non solo i sacerdoti ma anche i laici impegnati nella Chiesa corrono il rischio di cadere.
Questi atteggiamenti portano a forme di chiusura e di freddezza che sfociano nell’elitarismo, in arroganza e possessività.
Il Santo Padre ci ha tenuto a rivolgere l’invito di collaborare con i laici nella costruzione di “forme e percorsi sinodali” sottolineando l’importanza del servizio, di “lavare i piedi ai fratelli e non schiacciarli sotto i nostri piedi”.
Ha usato l’espressione “mestieranti dello spirito” per descrivere cosa possono diventare i sacerdoti che cadono nel clericalismo.
Si rifà ad Henri de Lubac citando una sua frase sul pericolo di ridurre la spiritualità ad apparenza. La tentazione del potere e dell’influenza sociale fa cadere in questo.
Così come finire nell’abitudinarietà e nella mediocrità del comportamento. È da ricercare la gloria di Dio non il benessere personale.
Ma anche la tentazione della mondanità spirituale, ha affermato essere un pericolo altrettanto grande e “ancora più insidioso“.
Si nasconde infatti dietro “buone apparenze, addirittura dentro motivazioni religiose“, ma in realtà è tutt’altro.
Papa Francesco considera il clericalismo “una malattia“ e ammonisce dal pericolo di nutrire se stessi e i propri interessi con una vita comoda e confortevole.
Pensare al tornaconto personale, curare eccessivamente la propria immagine e tendere a far crescere il proprio successo fa perdere lo spirito sacerdotale, il Santo Padre è molto chiaro in questo.
Scrivendo la Lettera con data 5 agosto, giorno in cui ricorre la Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore rivela che il testo è stato scritto davanti alla Salus Populi Romani, la Madonna alla quale ha affidato tutti i sacerdoti di Roma.
“Guardare a Gesù crocifisso, fissare gli occhi ogni giorno su di Lui che ha svuotato se stesso e si è umiliato per noi fino alla morte“, è questa la chiave per essere un buon sacerdote, è la strada che il Papa ha indicato ai suoi preti.