La fragilità accompagna i grandi talenti: don Luigi Maria Epicoco ne parla in riferimento ad un brano del Vangelo che ci fa capire anche questo.
Partendo da un brano evangelico, uno di quelli in cui Gesù illustra il Regno dei cieli, don Luigi Maria Epicoco traccia un’analisi e arriva ad una conclusione.
Il brano è quello di Matteo 13, 47-53 in cui Gesù usa un’immagine per descrivere il Regno dei cieli. Lo aveva già fatto con altre parabole, quella famosa del tesoro nascosto nei campi, ma anche descrivendo il Regno dei cieli come una perla preziosa che il mercante trova e compra vendendo tutti i suoi averi, come fa per il campo nascosto.
Questa volta “il Regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e gettano via i cattivi“, è quanto ci dice Gesù.
Don Epicoco si sofferma su questo riflettendo e paragonando alla sensazione che si prova nel vedere nella vita il bene mischiato insieme al male.
Il male accanto al bene, la fragilità anche nei grandi talenti
Ci si accorge di come coesistano i buoni accanti ai cattivi e viceversa. Ma Gesù prosegue dicendo che “Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti“.
Lo sottolinea anche don Epicoco, dicendo che ci sarà il tempo in cui il bene sarà distinto dal male. Questo da la speranza di una giustizia e fa riflettere sul fatto che anche nel nostro proprio cuore Dio separerà il male dal bene che portiamo dentro.
Non è difficile riscontrare che in ognuno coabita il bene ma è presente anche il male. E bisogna imparare a discernere le due cose.
Epicoco usa un’espressione che gli è stata riportata che afferma che “tanto è alta la montagna e va verso il cielo tnato è profonda e sprofonda nella terra“.
Questo fa capire che anche coloro che hanno grandi talenti, chi è maggior predisposto al bene, non sono esenti dal male e dalla fragilità che fa cadere.
Pensare a questo porta ad essere più umili. Il brano del Vangelo prosegue con un’altra immagine: “Ogni scriba diventuto discepolo nel regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche“.
Se ne deduce, afferma Epicoco, che il punto non è tanto cosa salvare e cosa buttar via, ma valorizzare il bene ovunque si trovi e buttar via il male ovunque si trovi.