Cosa sono i cosiddetti peccati veniali e quali sono esattamente? E cosa bisogna fare quando si commettono?
Per quanto riguarda i peccati, e cioè gli errori che possono essere azioni pratiche o spirituali, che si commettono nei confronti di Dio e del prossimo si distingue tra due tipologie commisurate alla gravità.
Si parla infatti di peccati gravi o mortali, quelli che hanno una materia particolarmente seria e che allontanano totalmente da Dio e di peccati veniali cioè leggeri, che sono sempre sbagli, ma di minore entità.
Da tutti i tipi di peccati si può essere liberati perché la misericordia di Dio è infinita e non attende altro che la nostra volontà di tornare a Lui.
Solo il peccato contro lo Spirito Santo non può essere perdonato, e questo dipende proprio dalla nostra volontà.
Anche i più giusti e retti commettono almeno qualche peccato veniale. La Scrittura dice che il giusto pecca 7 volte al giorno, nessuno è esente dal peccare e tutti, anche le persone più sante hanno bisogno del sacramento della Riconciliazione.
La Confessione quindi è il modo con cui liberarsi dai peccati, gravi o veniali che siano. Circa le mancanze più leggere, che hanno una gravità minore rispetto ad altre, si può discernere tenendo conto di quanto affermato dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
Nel Catechismo al punto 1862 infatti viene spiegato cosa si intende per peccato veniale: “Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale“.
Ma c’è un altro elemento da considerare:”oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza o senza totale assenso“.
Discernere per capire quali sono i peccati veniali
Sempre il Catechismo specifica che i peccati veniali non rompono l’alleanza con Dio. Non privano della grazia santificante, dell’amicizia con Dio, né della beatitudine nell’altra vita. Riparare è semplice, basta accedere alla Confessione.
È molto importante non accumulare peccati su peccati, seppur veniali, perché una noncuranza della vita spirituale in questo senso può portare a commettere peccati più gravi.
Dal peccato prolifera il peccato, per cui non bisogna sottovalutare l’importanza di liberarsi anche dei peccati leggeri e mantenere l’anima il più possibile pura e pulita.
Il Catechismo sottolinea, cosa di cui tener conto, che i peccati non solo soltanto quelli commessi personalmente, ma anche quelli di altri a cui si coopera.
Può esserci una cooperazione diretta e volontaria, ma anche tramite un comando, un consiglio, e pure con la lode e l’approvazione.
Anche la mancata denuncia o l’omissione di un’azione che poteva impedire che fosse commesso il peccato costituisce una cooperazione.
Allo stesso modo la difesa o la protezione data a chi commette il male è una forma di collaborazione. Per discernere adeguatamente la gravità dei peccati commessi è bene parlarne con un padre spirituale o con il sacerdote in Confessione che potrà aiutare a valutare.
Per fare un buon esame di coscienza e capire quali azioni sbagliate abbiamo commesso e quanto sono gravi bisogna passare in rassegna i 10 Comandamenti, la cui trasgressione generalmente rientra nell’ambito dei peccati gravi e le Beatitudini.
Meditando sugli atteggiamenti dell’animo descritti nel Discorso della montagna che rappresentano ciò per cui si merita la beatitudine, cioè lo stato di grazia con Dio, si comprende quali errori sono stati compiuti, quale è il proprio comportamento declinato nella vita pratica.