Quale è il vero e triste motivo dietro la decisione di Mancini di dimettersi da ct della Nazionale? Quali sono i “motivi personali“?
È stata la notizia bomba dell’estate, almeno per quanto riguarda il mondo del calcio: Roberto Mancini si è dimesso da ct della Nazionale.
Stupore e sconcerto sono state le reazioni immediate e si è subito voluto saperne di più. Cosa c’è dietro una decisione che arriva come un fulmine a ciel sereno e che nessuno si aspettava?
Non era stata preannuciata e non c’erano elementi per poterla prevedere. Il ruolo istituzionale così importante e delicato nel calcio italiano al momento rimane vacante in attesa che venga deciso il successore di Mancini e allora sarà un’altra notizia che sicuramente desterà l’interesse collettivo.
In realtà c’è chi desiderava le dimissioni di Mancini dopo la partecipazione dell’Italia ai Mondiali del Qatar 2022, ma niente lasciava presagire che la cosa sarebbe potuta davvero accadere.
La spiegazione data dal ct è stata lapidaria e al tempo stesso abbastanza generica da poter far nascere illazioni e ipotesi dando spazio alla fantasia di quanti voglio a tutti i costi sapere il perché.
“Motivi personali“ è stata la risposta data da Mancini e dietro può esserci davvero di tutto. Ma quale sarà la vera causa che lo ha spinto a prendere una decisione così importante e drastica, in una carriera brillante e all’apice?
Il suo è sembrato a molti un addio triste e solitario e forse è proprio nella solitudine che è da ritrovarsi la vera motivazione che ha portato alla scelta.
Si ipotizza infatti che alla base ci sia un crescente isolamento nel team che passo dopo passo ha preso sempre più piede in un crescendo diventao infine come un macigno.
Ma non solo: anche la difficoltà nel superare la morte del carissimo amico Gianluca Vialli lo ha messo in condizione di pensare di non poter più continuare con il suo ruolo.
Una serie di piccoli sgarbi subiti uno dopo l’altro, anche se di poco conto, niente che non potesse essere superato, sono evidentemente andati a minare la fiducia e la forza per proseguire in un compito che è comunque alquanto arduo.
E poi la perdita di Vialli, il 6 gennaio scorso, dopo la lunga lotta con il tumore, certamente è stata un colpo durissimo difficile da superare.
“Io e lui eravamo uniti da un legame fraterno, ho sperato fino all’ultimo in un miracolo” aveva dichiarato Mancini all’indomani della scomparsa dell’amico.
Vari elementi che hanno contribuito al costituirsi di una condizione di fragilità e stanchezza che probabilmente gli hanno tolto la voglia e la forza di combattere quotidianamente per portare avanti una squadra nel migliore dei modi.
Sempre dal mondo del calcio in queste ultime settimane arrivano due notizie di ben altro tenore: una riguarda il calciatore Olivier Giroud e il suo bellissimo messaggio indirizzato ai giovani che hanno partecipato alla GMG a Lisbona.
L’altra ha come protagonista Cristiano Ronaldo che rischia grosso per un gesto che ha compiuto durante una partita in un paese in cui la libertà è sotto attacco.