Si ricevono diverse benedizioni: sono tutte uguali o c’è differenza tra esse se a compierle è un sacerdote, un vescovo, il Papa o se è una benedizione eucaristica?
Siamo abituati a ricevere la benedizione, ma non ce n’è solo una, di un solo tipo, ci sono invece varie benedizioni e non sono tutte uguali.
Innanzitutto c’è da dire che le benedizioni sono sacramentali. Diversi dai sacramenti, i sacramentali, si dice che hanno efficacia “ex opere operantis“, ovvero in forza della santità, dello stato di grazia di chi le imparte, ma anche dalla buona disposizione d’animo di chi le riceve.
Diversa cosa sono i sacramenti che invece agiscono “ex opere operato” in virtù del ministero di chi li officia, cioè i sacerdoti che sono solo uno strumento da cui passa la grazia opera dello Spirito Santo.
La Sacra Scrittura considera la benedizione come una particolare effusione dei doni dello Spirito Santo e Gesù da ai suoi discepoli la facoltà di benedire.
È uso che le benedizioni vengano date con invocazione e imposizione delle mani, come da tradizione israelitica.
Ci sono diversi tipi di benedizione e si può parlare anche di una gradazione diversa quanto all’efficacia.
Conosciamo la semplice benedizione del sacerdote che può essere data sulle persone, ma anche sugli oggetti, o sull’acqua.
Certamente è una benedizione importante e aiuta e protegge chi la riceve. C’è poi la benedizione episcopale, quella cioè impartita da un vescovo.
San Tommaso riteneve che la benedizione del vescovo ha il potere di rimettere i peccati veniali. Esiste poi la benedizione papale, e in alcune occasioni si parla della benedizione che viene data Urbi et orbi, come nelle ricorrenze del Natale o della Pasqua.
In queste circostanze, questa speciale benedizione ha annessa anche l’indulgenza, cioè la remissione dei peccati, un dono in più che viene fatto, ma presuppone sempre uno stato di grazia in chi la riceve.
Esiste inoltre una benedizione decisamente più importante, efficace, salvifica: si tratta della benedizione eucaristica, quando il sacerdote la imparte con il Santissimo Sacramento esposto nell’ostensorio.
Di solito al termine dell’adorazione eucaristica, nell’ostia consacrata posta all’adorazione dei fedeli, è importante sottolineare che c’è Gesù, realmente vivo e presente, in corpo, sangue, anima e divinità.
In quel momento quindi, è Gesù stesso a benedire. Infatti, a questo proposito Santa Faustina Kowalska, mistica che ha diffuso il culto alla Divina Misericordia, nel suo diario ha scritto che dall’ostensorio al momento della benedizione eucaristica ha visto uscire gli stessi raggi che fuoriescono dall’immagine di Gesù misericordioso, come lei aveva avuto in visione.
Raggi di puruficazione e di santificazione che andavano a riversarsi sulle persone che ricevevano la benedizione tramite l’ostia consacrata. Un dono quindi ben maggiore e con una potenza salvifica decisamente più grande, più diretta.