Ancor meno di quello di Giovanni Paolo I, il pontificato di Urbano VII è ricordato come quello durato meno nella storia della Cheisa.
Si ricorda il pontificato di Urbano VII per la brevità della sua durata, il più breve in assoluto, minore anche del pontificato di papa Giovanni Paolo I che è stato di soli 33 giorni.
Si chiamava Giovanni Battista Castagna ed era nato a Roma nel 1521. Era discendente di una nobile famiglia genovese e da giovane fu avviato agli studi umanistici ed ecclesiastici.
Diventò presto avvocato dell Segnatura Apostolica, come era chiamato all’epoca il Tribunale della Santa Sede offrendo il suo servizio alla Chiesa.
Si occupava anche della riscossione dei tributi e dei fondi che venivano destinati alle opere di misercordia e di sostegno ai bisognosi.
Fu nominato arcivescovo di Rossano e si distinse per la rettitudine con cui conduceva la vita. Svolse anche i ruoli di Governatore dell’Umbria e fece il Nunzio apostolico in Spagna.
Successivamente divenne cardinale e poi nonostante alcune opposizioni fu eletto papa nel 1590. Era molto dotto e avevva una vasta e profonda conoscenza in campo teologico e canonico.
Conoscitore esperto della vita ecclesiastica e curiale avrebbe avuto modo di rivestire con facilità il ruolo di pontefice.
Spirito di carità unito a determinazione, i suoi tratti distintivi
Era animato da un grande spirito di carità ma non ha avuto modo di manifestarlo pienamente perché il suo pontificato, il più corto in assoluto nella storia della Chiesa, è durato solo 12 giorni.
Eletto il 15 settembre del 1590 fu subito colpito dalla febbre malarica e morì il 27 dello stesso mese, neanche due settimane dopo.
Nel suo pontificato-lampo non ebbe quindi modo di esprimere il suo operato e di lui si ricordano solo le intenzioni, ciò che desiderava apportare alla Chiesa, quello per cui intendeva spendersi.
Aveva annunciato di voler continuare nell’opera di riforma della Chiesa già intrapresa dai suoi predecessori ed era sua intenzione mettere in atto le norme stabilite nel Concilio di Trento.
Lui stesso era stato uditore nella fase finale del Concilio. Lo si ricorda per lo spirito caritatevole che era unito ad una spiccata determinazione e rettitudine.
Voleva contrastare gli abusi del potere e aveva un atteggiamento pacifico che lo ha portato a perdonare uno dei suoi più acerrimi oppositori.
Nel suo testamento lasciò molti beni del suo patrimonio personale alla confraternita dell’Annunziata a Roma.
Un pontificato ben più longevo e recente è invece ricordato da molte parti. Se in documenti del KGB si riscontrano elementi per capire l’impulso politico dato da Giovanni Paolo II, la sua santità è testimoniata anche da parte del suo storico portavoce, Joachim Navarro – Valls in un libro uscito postumo recentemente.