Santa Rosalia è tra le sante siciliane più amate, patrona di Palermo, è un’eremita del XII secolo e la sua memoria liturgica è il 4 settembre.
Si chiamava Rosa Sinibaldi e nacque a Palermo nel 1130 da una nobile famiglia discendente diretta dell’imperatore Carlo Magno.
La sua nascita fu preannuciata dal sogno del re Ruggero II di Sicilia che disse ai genitori che sarebbe nata una “rosa senza spine“. Fu proprio per questo che le fu dato il nome di Rosalia.
Crebbe alla corte del re e diventò damigella della regina. Era stata promessa in sposa ma il giorno prima delle nozze lei vide riflessa nello specchio la figura di Gesù. Decise di rifiutare il matrimonio e per far questo tagliò le sue bionde trecce.
Scelse di intraprendere la vita religiosa e si trasferì nel monastero della chiesa del SS. Salvatore a Palermo. Dal momento però che i genitori andavano spesso a farle visita per cercare di distoglierla dal suo intento e farla tornare a casa pensò di ritirarsi in una grotta a Santo Stefano Quisquina.
Lì rimase per 12 anni facevndo vita eremitica. Mise un’epigrafe latina all’entrata della grotta per indicare la sua scelta.
Il culto a Santa Rosalia detta la “santuzza”
Successivamente su indicazione della regina si trasferì in un’altra grotta situata sul Monte Pellegrino e lì vi rimase per tutto il resto della sua vita fino alla sua morte arrivata nel sonno il 4 settembre 1140 quando aveva solo 40 anni.
Fin da subito dopo la sua morte iniziò a nascere il culto alla sua persona. Ci sono documento che lo attestano già dai decenni successivi e che ne testimoniano l’affermarsi nel XIII secolo.
Vennero costruite delle cappelle di cui una proprio sul Monte Pellegrino dove aveva vissuto. Palermo l’ha eletta sua patrona e le è molto devota da quando nel 1625 fu salvata dalla peste per intercessione di Santa Rosalia.
Accadde che ad una donna di nome Girolama La Gattuta venne rivelato in visione il luogo in cui c’erano i resti mortali della Santa.
Furono trovati e portati all’arciverscovo di Palermo e si narra che furono molti i miracoli che scaturirono dalla venerazione di quelle reliquie.
Il culto è ancora oggi molto vivo e presente nella città in cui Santa Rosalia viene chiamata la “santuzza” in modo affettuoso e devoto.
È secolare la tradizione che vede il 4 settembre la folla di palermitani che si recano in pellegrinaggio fino al Monte Pellegrino, dove visse la Santa, a circa 15 chilometri da Palermo, spesso percorsi, tutti o in parte, a piedi nudi.
Nella grotta si trova una grande statua che la raffigura completamente rivestita d’oro. Altri santi che scelsero la vita eremitica si ricordano proprio in questi giorni. Sono Sant’Egidio abate e anche Sant’Elpidio abate, la memoria liturgica di entrambi è proprio nei primi giorni di settembre.